Chi era Carlo Zucchini
Era figlio del conte avvocato Vincenzo Zucchini e della nobile forlivese Eleonora Fronticelli Baldelli.Nel dicembre del 1891 fondò, con altri cattolici faentini, il "Circolo cattolico faentino", aderente alla "Società della gioventù cattolica italiana" (poi Azione Cattolica). Il 5 luglio 1893 fondò inoltre la "Società di mutuo soccorso fra gli operai cattolici", di cui fu presidente fino alla morte. Fu ancora presidente per vari anni della Congregazione di carità e nel 1895 condusse i cattolici alla conquista dell'amministrazione cittadina. Nel 1896 fu nel comitato promotore per la fondazione del Credito Romagnolo, indi socio fondatore. Nel 1899 fondò con altri amici il periodico settimanale Il Piccolo, organo locale dell'Azione Cattolica, tuttora esistente. Nel 1905 fondò ancora la "Casa del popolo", sede delle associazioni cattoliche faentine, di cui fu presidente fino alla morte.
Insieme al conte Giovanni Acquaderni, fu tra i fondatori del quotidiano cattolico L'Avvenire d'Italia [1]. Fu presidente del "XIX congresso nazionale dell'opera dei congressi, tenutosi a Bologna dal 10 al 13 novembre 1903. Nel 1915 papa Benedetto XV lo nominò presidente dell'Unione economico-sociale, retta fino ad allora dal conte Stanislao Medolago Albani, esponente cattolico bergamasco, e il conte Zucchini ne spostò la presidenza a Faenza.
Nel marzo 1918 si pose come garante presso le autorità ecclesiastiche della nascita del primo sindacato nazionale di ispirazione cristiana, la Confederazione Italiana dei Lavoratori (CIL), ad opera del genovese Giovanni Battista Valente, che lo stesso Zucchini aveva chiamato a Faenza come suo segretario. Nel settembre dello stesso anno a Roma partecipò alla costituzione della Confederazione Cooperative Italiane, che iniziò a funzionare dal suo primo congresso nell'aprile del 1921, e partecipò quindi alla fondazione della "Federazione nazionale mutualità ed assicurazioni sociali", nata per raggruppare le società di mutuo soccorso. Con la sua azione contribuì alla creazione di tre grandi blocchi operativi, funzionalmente connessi tra loro: il sindacato dei lavoratori, le cooperative, la mutualità.
Ospitò don Luigi Sturzo nei giorni precedenti la fondazione del Partito Popolare, membro dell'assemblea costituente, e venne eletto nelle sue file come parlamentare. Durante la sua vita pubblica lottò politicamente dapprima contro i socialisti e poi contro i fascisti di Mussolini. Rimase in parlamento per due legislature, fino alle elezioni del 1924 dove scelse di non ripresentarsi. Fu consigliere provinciale per le province di Ravenna e di Massa Carrara.
Storia della biblioteca
Oltre 100 anni di servizio culturale alla città
La Biblioteca " Carlo Zucchini" nasce come Gabinetto di lettura nel 1877, anno in cui il Parlamento del Regno di Italia approva la legge sulla alfabetizzazione di base per l'intera popolazione.Imitando il famoso Gabinetto Viesseux, luogo di incontro degli esponenti più noti della cultura cattolica e laica fiorentina, la Biblioteca popolare a prestanza comincia a sviluppare la sua attività riunendo nei suoi locali originari, siti in Palazzo Cavina, i protagonisti del movimento cattolico democratico impegnati dapprima nelle attività sociali collegate all'Opera dei Congressi, quindi nell'azione politica tendente ad affermare la presenza dei cattolici democratici nelle istituzioni economiche e del governo locale del territorio faentino.
Solo successivamente, la Biblioteca Popolare a prestanza, che insieme alla Biblioteca del Popolo, espressione del movimento politico dei repubblicani, sarà l'unica istituzione culturale orientata alla promozione della cultura popolare, sarà dedicata alla memoria del deputato popolare Carlo Zucchini, che del movimento cattolico impegnato sul terreno delle opere economiche (casse rurali e cooperative) prima e del popolarismo sturziano (affermazione delle autonomie locali e sociali) poi, fu una limpida ed autentica espressione.
Il primo esempio di biblioteca cooperativa
La Biblioteca Carlo Zucchini, pazientemente seguita e tutelata dalla silenziosa ed operosa azione della bibliotecaria volontaria Pina Dalmonte durante gli anni difficili del fascismo e della guerra, ha ritrovato nuova vitalità ed organizzazione allorquando nel 1975 un gruppo di giovani studenti universitari e laureati provenienti dalle esperienze dell'Azione cattolica, ma anche del movimento studentesco ed operaio della fine degli anni sessanta, costituirono la Società cooperativa di cultura popolare, assumendo in toto la gestione della centenaria istituzione culturale, "prima opera sociale dei cattolici faentini".Attraverso l'applicazione anche alla Biblioteca dei criteri di gestione della cooperazione, si è venuta così a caratterizzare un semplice, ma trasparente esempio di istituzione culturale gestita secondo il modello solidaristico della cooperazione.
Con la concreta partecipazione di soci e di donatori, la Biblioteca Carlo Zucchini ha visto rapidamente accrescere il proprio patrimonio bibliografico ed emerografico, passato dalle 2000 unità ad oltre 23.000 titoli registrati e classificati in un sistema informatico originale che ne rende facilmente accessibile la consultazione per la lettura ed il prestito, operazioni da sempre del tutto gratuite per ogni tipo di utente.