Breve nota storica
Gli ambienti della "Biblioteca Zucchini" sono posti al piano interrato della manica settentrionale dell'antico monastero dei Celestini, collocato nel tessuto della "Faventia" romana.Un antico documento del 1334, riportato dal Mittarelli, attesta che un certo ser Lippi de' Capironi donò un appezzamento di terreno, posto presso la "Cappella S. Bartoli", ai monaci celestini (testamento rogato da Alessandro Giacomo de' Medici, notaio in Faenza).
Nel 1342 i monaci chiesero al Vescovo fra Giovanni III da Brusata di poter costruire il proprio complesso monastico nel terreno ricevuto in donazione otto anni prima. La costruzione della Chiesa e del Monastero, affrontata con notevoli difficoltà finanziarie, fu ultimata il 21 novembre 1361. Quasi nulla è rimasto dell'antica Chiesa, che doveva peraltro essere di stile romanico-gotico, come si può dedurre da un lacerto di arco ancora visibile nell'attuale corte interna della Casa del Popolo.
Qualche indizio utile per risalire alla conformazione dell' originario complesso monastico è desumibile dai disegni rinvenuti nel fondo "Acque e Vie" - vol. V dell'Archivio di Stato di Ravenna (sezione di Faenza), riprodotti qui a fianco.
Di fronte alla chiesa, munita di portico frontale, era collocato il cimitero. Il complesso monastico gravitava intorno al chiostro centrale il cui rapporto con la strada per Porta Montanara (oggi via Castellani) era mediato da un'area cortilizia bordata da un muro di cinta.
Nella zona orientale, nel sito oggi parzialmente occupato dal teatro Sarti (su via Scaletta), era posto l'orto del monastero, anch'esso bordato da un muro di cinta a conferma della predilezione monastica per la tipologia dell' "hortus conclusus".
Nel 1761 i monaci Celestini ricostruirono la chiesa che, dopo quattro secoli, si trovava in uno stato di grave degrado.